martedì 2 marzo 2010

Intrastat: le Entrate fissano termini che la legge non prevede

Forse l’intento dell’Agenzia delle Entrate, con la circolare 5/E del 17/02/2010, era quello di tranquillizzare gli operatori sulla non sanzionabilità delle violazioni legate all’evidente obiettiva incertezza creata dal notevole ritardo con il quale sono stati rilasciati i software e sono stati recepiti nell’ordinamento nazionale i provvedimenti di attuazione della Direttiva n. 8 e 117 o forse, come vedremo, l’intento era un altro. In ogni caso, l’Agenzia non ha escluso la sanzionabilità dei modelli che verranno inevitabilmente presentati in ritardo (omessi), ma si è limitata a precisare che “in sede di controllo, non applicherà sanzioni in caso di eventuali violazioni concernenti la compilazione dei suddetti elenchi, relativi ai mesi da gennaio a maggio 2010 per gli obblighi mensili, nonché al primo trimestre 2010 per gli obblighi trimestrali” ed il tutto “a condizione che i contribuenti provvedano a sanare eventuali violazioni, inviando, entro il 20 luglio 2010, elenchi riepilogativi integrativi”.
Ed è così che, al fine di scongiurare rischi sanzionatori, complice la contestuale pubblicazione sul sito dell’Agenzia delle Dogane dello scadenziario di febbraio, nonché del Comunicato del 18/02 (che annunciava l’apertura per sabato 20/02/2010 degli sportelli doganali), molti contribuenti si sono messi in coda sabato 20 per presentare (chi su carta, chi su floppy/cd, chi con chiavette Usb) elenchi di fortuna contenenti almeno le cessioni e gli acquisti di beni. Elenchi che dovranno essere prossimamente integrati con i dati relativi ai servizi che non era possibile indicare né sui vecchi modelli cartacei né sulla versione 2009 del software (l’unica disponibile fino a poche ore prima). La cosa più bizzarra e, al contempo, pericolosa è comunque un’altra. Con la circolare n. 5 l’Agenzia delle Entrate ha, da una parte, precisato che non saranno sanzionate situazioni per le quali la norma non prevede sanzioni (gli elenchi errati) e, dall’altra, ha fissato dei termine entro il quale dover rimediare agli errori di compilazione dei modelli già presentati, al fine di non incorrere in sanzioni.
L’art. 11, co.4, del D.Lgs n. 471/97 dispone che “l'omessa presentazione degli elenchi di cui all'articolo 50, comma 6, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331 … ovvero la loro incompleta, inesatta o irregolare compilazione sono punite con la sanzione da lire un milione (€ 516 ) a lire due milioni (€ 1.032) per ciascuno di essi, ridotta alla metà in caso di presentazione nel termine di trenta giorni dalla richiesta inviata dagli uffici abilitati a riceverla o incaricati del loro controllo. La sanzione non si applica se i dati mancanti o inesatti vengono integrati o corretti anche a seguito di richiesta”.

E’ evidente, quindi, che, dal punto di vista normativo, l’errore o l’incompletezza dell’elenco può essere rimosso senza sanzioni, non necessariamente entro un termine, anche in caso di verifica. Che l’Agenzia abbia titolo per fissare un termine non previsto dalla norma, in sede di verifica, appare pacifico. Che lo possa fare (il 17/02/2010), a proprio esclusivo favore, ancora prima che le violazioni (se così le vogliamo chiamare) siano consumate, e per tutti i contribuenti, appare alquanto discutibile. Il rischio ora diventa, però, quello che qualche verificatore si incaponisca sul contenuto della circolare e contesti gli errori non rimossi entro il 20/07/2010. L’augurio è che l’Agenzia ritorni ufficialmente sui propri passi.

Il grave disagio provocato alle aziende dai ritardi nell’emanazione dei provvedimenti nonché le palesi violazioni commesse dal legislatore e dall’Amministrazione finanziaria, sono state oggetto di una decisa lettera di protesta che alcune Associazioni di categoria della provincia di Vicenza hanno inviato all’Agenzia delle Dogane e a quella delle Entrate.

Il giornale di Vicenza – 26/02/2010
La domenica di Vicenza 27/02/2010

3 commenti:

  1. I rilevanti ritardi legati all’attuazione delle Direttive n. 8 e 117 del 2008 sono stati oggetto di alcune interrogazioni parlamentari:


    - Testo interrogazione n. 4-06458 Dodadi, Messina e Barbato

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  2. Sto navigando da giorni cercando di trovare qualche discussione (sui forum italiani) in cui leggere il punto di vista della piccole e medie imprese su queste ultime novità intrastat. Sono un contribuente in regime di contabilità ordinaria, ora inserito nella voce “servizi” Intrastat e gestisco molte fatture estere per piccoli importi (lascio immaginare gli attuali ricarichi esigui – tra l’altro nemmeno riconosciuti dagli studi di settore che per anni mi hanno obbligato a pagare l’adeguamento!). Confrontandomi tutti i giorni con l’estero (europeo!) facevo già fatica a comprendere questa sorta di *ricatto* italiano nell’ imporre il commercialista per non incorrere in sanzioni e comprendere l’ inumano sistema burocratico fiscale. Una spesa che in altri stati è assolutamente opzionale e che invece in Italia fa parte concreta delle spese obbligatorie aziendali – andrebbe quindi sommata all’attuale pressione fiscale. Dovendo pagare i miei fornitori via bonifici bancari internazionali non ho margini di *nero* ed il flusso del denaro viene monitorato dalle autorità istituzionali e bancarie italiane. Ora, con questa nuova invenzione europea, il mio commercialista mi ha prospettato un’ulteriore spesa di alcune migliaia di Euro per gestire poco più di qulche centinaio di fatture estere (che tra l’altro sono già state inserite in contabilità sia da parte del commercialista che dalle banche che ne seguono i bonifici). Sommate all’attuale costo di gestione fiscale raggiungo ormai oltre 9mila Euro all’anno. Questa situazione è assolutamente incoerente per non dire altro! Hanno già questi dati e mi domando perché mai non li sappiano usare – o per meglio dire - non gli *vogliano* usare. Tali modulistiche intrastat sono *già comprese* nei sistemi informatici dei commercialisti – i loro programmi professionali hanno già integrato questa funzione e la generazione di questo modulo intrastat avviene praticamente senza ulteriore manodopera – semplicemente leggendo i dati già inseriti con la normale registrazione (che il cliente paga già). Allora perché il commercialista mi chiede dei soldi in più? Ho chiesto quindi all’ agenzia delle dogane il software Intrastat per gestirmi da solo queste segnalazioni. Sono due mesi ormai che sto cercando inutilmente di comprendere l’uso di questo software. Ad ogni problema sembra esserci una nuova upgrade da caricare che lo risolverebbe. Per mandare una segnalazione di pochi campi alfanumerici manca poco che si debba fare un corso sull’uso di questo software. Si capisce benissimo che nessuno ha MAI fatto un testing reale sull’ utenza media. Quando poi si tenta di scrivere al loro help desk il sistema risponde “fuori servizio – riprova più avanti” ed ai telefoni nessuno risponde. Devo inviare questi maledetti moduli e non mi viene fonito alcun aiuto per poterlo fare. Sembra quasi che il fine sia proprio quello di rivolgersi al *commercialista*; essere quindi obbligato al pagamento del solito obolo alla burocrazia. Hanno esteso fino a luglio la non *punibilità* sulle presentazioni ritardate. Ma sono l’unico a trovarmi in questa situazione? Mi sento *ricattato* dallo stato e mi sono accorto in modo inequivocabile che il commercialista ci stia *marciando* sopra; mi viene da pensare addirittura ad una sorta di cartello dei commercialisti per unificare le loro tariffe per sfruttare questa vergognosa situazione. Nel mio caso, a cinquant’anni, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Appena possbile chiudo l’azienda e vedò poi il da farsi. Questo sistema burocratico italiano *inumano* e la permanente minaccia di un fisco che tratta il contribuente sempre come potenziale ladro è sicuramente la causa delle moltissime chiusure dei piccoli e medi commercianti ed artigiani over 50. Ormai ti hanno fatto perdere la voglia ed il piacere del lavoro.

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